Irrigazione del vigneto

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La vite è stata storicamente coltivata senza acqua nel Mediterraneo. In particolare, i vigneti sono stati impiantati su terreni relativamente poveri che davano la possibilità di produrre vini di qualità. Infatti una relativa aridità è positiva per le viti e la qualità del vino prodotto. In questa prospettiva, possiamo dire che il valore del vino deriva dal clima. Tuttavia, per diverse ragioni, tra cui il cambiamento climatico e il rafforzamento dei limiti dovuti allo stress idrico, l'irrigazione diventa un'opzione sempre più diffusa nei vigneti nell'area mediterranea. Questa opzione comporta dei cambiamenti importanti e induce delle conseguenze particolari che devono essere contemplate con attenzione prima di decidere di ricorrervi, sia a livello collettivo che aziendale.

Le opzioni tecniche per l'irrigazione sono:

  • Irrigare solo le piante giovani (nei primi anni) o la vite allo stadio maturo;
  • L'acqua usata per l'irrigazione delle viti è di solito acqua naturale, ma in alcuni casi vengono considerate risorse alternative, come le acque reflue trattate;
  • La tecnica impiegata (irrigazione ad aspersione o a goccia); in generale i nuovi impianti di irrigazione sono fatti con tecnica a goccia 
  • Le opzioni di gestione dell'acqua che influenzano la quantità di acqua applicata (quando e come viene applicata l'acqua?).

Come menzionato, l'irrigazione non è un'opzione standard di adattamento al cambiamento climatico. I seguenti punti relativi sia alla gestione dell'acqua che all'economia dovrebbero essere tenuti in considerazione.

Problematiche nella gestione della quantità d'acqua

La regolamentazione sul prelievo dell'acqua esiste nell'UE (direttiva quadro sull'acqua) ed è stata recepita nei regolamenti nazionali. Nei paesi mediterranei, l'acqua è spesso relativamente scarsa e persino non disponibile o accessibile ovunque. Inoltre, le risorse disponibili e rinnovabili sono spesso già sovrautilizzate (agricoltura, acqua potabile e industria) e l'uso dell'acqua potrebbe essere regolato sia in termini di: i) accesso (chi può accedere ai "diritti"); ii) volume/portata assorbita. Il vino non è un bene vitale: non contribuisce direttamente alla sovranità alimentare, anche se possiede valori culturali e territoriali molto importanti, come i paesaggi e la creazione di posti di lavoro. Dobbiamo tenere presente che in un possibile futuro in cui l'acqua diventerà più scarsa, se gli usi dell'acqua dovranno essere ridotti in alcuni territori, il vino potrebbe essere una delle prime attività con restrizioni idriche. Come tale l'irrigazione può essere vista come un adattamento rischioso (spendere molto per investire nell'irrigazione con la possibilità di non essere in grado di utilizzare questa soluzione a piena capacità) o addirittura una cattiva soluzione. 

Parallelamente, la ricerca di mezzi di irrigazione sempre più efficienti o di una maggiore produttività dell'acqua (più raccolto per volume irrigato) ha mostrato i suoi limiti. Il cosiddetto effetto di rimbalzo illustra che se è necessaria meno acqua per irrigare un ettaro c'è anche meno acqua che ritorna alla risorsa e se questo permette di espandere l'irrigazione si può vanificare in parte il risparmio di risorsa. In altre parole, un programma di efficienza delle risorse non garantisce affatto una riduzione del prelievo effettivo della risorsa se la terra irrigata non è controllata.

Impatto economico

L'irrigazione della vite ha un costo non trascurabile, spesso ampiamente sovvenzionato dal denaro pubblico quando l'accesso avviene attraverso consorzi. Una parte molto grande del costo deriva dall'investimento in attrezzature parcellari e dal collegamento alle reti esistenti o dallo scavo di un pozzi o opere di presa. Prima di decidere di espandere o sviluppare l'irrigazione (a livello aziendale o collettivo) si dovrebbe contemplare se il costo totale dell'irrigazione è coperto dai benefici forniti dall'acqua a lungo termine. Questo punto è raramente considerato nei programmi idraulici pubblici. La giustificazione del sostegno pubblico dovrebbe essere supportata dai benefici pubblici o territoriali dell'irrigazione. Spesso viene avanzato l'argomento della conservazione dei posti di lavoro agricoli, ma da un punto di vista pubblico e di interesse generale sarà da valutare se sia pertinente destinare l'acqua alla viticoltura piuttosto che ad altri usi.
 

Equità

Anche questioni di equità devono essere considerate, dal momento che ci sono soldi pubblici nei programmi di irrigazione: chi avrà accesso all'acqua? È meglio garantire poca acqua a molte aziende o minimizzare il numero di aziende con un accesso/volume garantito?

In sintesi, l'irrigazione del vino sarà fattibile in considerazione dei seguenti aspetti:

  • che la disponibilità dell'acqua sia garantita senza rischio di conflitti d'utenza perché la viticoltura può non essere prioritaria
  • che l'azienda/cantina o il consorzio possa garantire la sostenibilità tecnica e finanziaria dell'irrigazione, al netto di finanziamenti pubblici
  • che la soluzione sia il risultato di una valutazione economica sui ritorni dell'investimento in termini di valorizzazione del territorio.

Autrice: Nina Graveline (UMR Innovation - INRAE)

Un ringraziamento a Patrice Garin (UMR G-eau – INRAE )


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