La "leva varietale": creazione o introduzione di nuove varietà in viticoltura

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Gli effetti sfavorevoli del clima contrastabili modificando le varietà messe a dimora sono essenzialmente: la siccità, le alte temperature, la modificazione delle composizioni degli acini, la precocità della maturazione, la migrazione di insetti/malattie e la resilienza ad eventi climatici estremi. Diverse strategie sono sviluppate dagli attori della ricerca e dell'industria vinicola, dalla creazione varietale (ibrido di vitigno per esempio) all'importazione di varietà originarie delle regioni più meridionali. La strategia qui considerata è la creazione varietale.

Possiamo incrociare vitigni esistenti: è così che nel 1961 l'INRA e l'Ecole Nationale Supérieure Agronomique de Montpellier hanno creato il Marselan, da Grenache e Cabernet Sauvignon, e oggi impiantato nei vigneti della Linguadoca, della valle del Rodano o della Spagna, dove mostra una buona resistenza alla siccità.

In Italia sono state iscritte diversi nuove varietà al Registro Nazionale delle Varietà da Vino, provenienti da diversi programmi di miglioramento genetico della Vite.  In particolare le nuove varietà ottenute presso la Fondazione E. Mach con la tecnica dell'incrocio sia tra varietà di V. vinifera, sia con genotipi tolleranti a peronospora ed oidio presentano caratteri di selezione adatti alle condizioni presente a causa dei cambiamenti climatici, in quanto epoca di maturazione  più tardiva rispetto ai genitori, tolleranza ai patogeni più aggressivi (peronospora, oidio, botrite). Inoltre è da tener presente che le selezioni sono state effettuate negli ultimi anni con caratteristiche climatiche già modificate rispetto a quelle di quando sono state selezionate le varietà attualmente coltivate.

Un'altra soluzione è quella di incrociare più volte vitigni attestati di Vitis vinifera con specie selvatiche (altre specie del genere Vitis) con caratteristiche di adattamento interessanti (si parla quindi di ibridi). Questa opzione apre più prospettive, in particolare per associare l'adattamento ai cambiamenti climatici e la resistenza alle malattie, per le quali i geni sono presenti nelle viti selvatiche, consentendo di limitare fortemente l'uso di pesticidi.

La genetica della vite, attraverso la scelta della varietà da portare in un determinato vigneto, è la primissima leva di azione per una maggiore resilienza ai cambiamenti climatici. Assicura potenzialmente una migliore sopravvivenza delle viti, nonché una migliore qualità e resa nel vino poi prodotto.


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